“La pittura è poesia silenziosa”
Simonide
L’essere umano è il protagonista assoluto della attuale ricerca di Antonietta Corsini, artista che ha scelto di indagare le strade – spesso impervie – del figurativo, interpretando con intensa sensibilità i dati che la sua personale realtà le offre. Una ricerca intima, quindi, non solo perché i soggetti ritratti appartengono principalmente al vissuto quotidiano della pittrice, a quell’osservatorio privilegiato rappresentato dai suoi affetti domestici, ma anche perché lo spettatore stesso è “invitato” ad instaurare un dialogo silenzioso con volti che, svelandosi dinanzi ai propri occhi, divengono gradualmente presenze sempre più vicine e famigliari, quasi – sia lecito dirlo – degli sconosciuti numi tutelari. La delicatezza della pennellata e l’uso di trame decorative che “invadono” pacificamente corpi e volti, creando una sorta di seconda pelle, sono altresì elementi che contraddistinguono questi “Patterned Portraits”: motivi che, interrompendo la monotonia del reale, offrono nuovi spunti interpretativi. Gli stessi arabeschi che tatuano le figure (soprattutto fiori liberamente interpretati da disegni rinascimentali) tornano spesso, realizzati in tecnica diversa, anche negli sfondi dei quadri: questo a sottolineare la volontà, da parte dell’artista, di dare ai suoi personaggi una chance diversa, di creare per loro una dimensione altra in cui muoversi ed agire. Sono le velature, le sovrapposizioni di sottili strati di colore a definire, inoltre, immagini che rivelano la costante radice artistica “antica” della pittrice la quale, partendo da una conoscenza approfondita delle tecniche del passato, sintetizza le procedure meticolose apprese a bottega, in un fare pittorico che trova la sua incisività non nell’aggiungersi, ma nel togliersi, non nel mostrare, ma nello svelare lentamente la forza della sua delicatezza. Una pittura anti-retorica che all’impeto e al tumulto, predilige il ripiegamento, la concentrazione sulla resa delle emozioni in tutte le loro sottili sfumature, la narrazione della concretezza umana filtrata alla luce di un mondo interiore variegato. Una narrazione che continua, infine, anche nella scelta dei supporti: non solo tele e pannelli lignei ma anche trittici, che appartengono tradizionalmente all’arte sacra, e voler nobilitare la “materia” umana, trasformando i personaggi descritti in vere e proprie icone contemporanee. E’ quindi in questi frammenti di realtà sospesa che si rivela tutta la modernità della pittura di Antonietta Corsini, perché la vita germina lì, in quelle figure dai tratti diafani, eppure incisivi, di cui non è importante conoscere l’identità; in quegli sguardi sospesi che attendono desiderosi di rivelare le metafore impresse nei loro occhi.
CINZIA TEDESCHI